Nuova Riveduta:

Genesi 39:9

In questa casa, egli stesso non è più grande di me e nulla mi ha vietato, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?»

C.E.I.:

Genesi 39:9

Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?».

Nuova Diodati:

Genesi 39:9

Non c'è alcuno più grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?».

Riveduta 2020:

Genesi 39:9

lui stesso non è più grande di me in questa casa; e non mi ha vietato nulla, tranne che te, perché sei sua moglie. Dunque, come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?”.

La Parola è Vita:

Genesi 39:9

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 39:9

egli stesso non è più grande di me in questa casa; e nulla mi ha divietato, tranne che te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?'

Ricciotti:

Genesi 39:9

non v'è cosa alcuna che non dipenda da me, o che egli non abbia consegnata a me, eccetto te che sei la sua moglie; come potrei io fare un tal male, e peccare contro il mio Dio?».

Tintori:

Genesi 39:9

e tutto ha dato in mio potere, mi ha affidato tutto, tranne te che sei sua moglie. Come dunque potrei commettere questo male e peccare contro il mio Dio?»

Martini:

Genesi 39:9

E veruna cosa non è, ch'ei non abbia a me affidata, e di cui non m'abbia fatto padrone, fuori di te, che sei sua moglie: come adunque poss'io fare questo male, e peccare contro il mio Dio?

Diodati:

Genesi 39:9

Egli stesso non è più grande di me in questa casa, e non mi ha divietato null'altro che te; perciocchè tu sei sua moglie; come dunque farei questo gran male, e peccherei contro a Dio?

Commentario abbreviato:

Genesi 39:9

7 Versetti 7-12

La bellezza degli uomini e delle donne causa spesso problemi sia a se stessi che agli altri. Essa ci proibisce di inorgoglirci e richiede costante premura contro la tentazione che assale. Abbiamo un grande bisogno di fare un patto con i nostri occhi, affinché essi non infettino il cuore. Quando la lussuria prende il potere, la decenza, la reputazione e la coscienza vengono tutte sacrificate. La moglie di Potifar dimostrò che il suo cuore era rivolto completamente a fare del male. Satana, quando capì di non potere sopraffare Giuseppe con le difficoltà e le preoccupazioni del mondo, poiché egli ancora resisteva ad essi, l'assalì con quei piaceri che l'avrebbero potuto maggiormente rovinare. Ma Giuseppe, per grazia di Dio, fu capace di resistete e di superare questa tentazione e la sua fuga fu un grande esempio della potenza Divina come fu la stessa durante la liberazione dei tre giovinetti dalla fornace di fuoco. Questo peccato era uno di quelli che potevano soggiogare Giuseppe facilmente perché la tentatrice era la sua padrona, una il cui favore lo avrebbe potuto aiutare in appresso e offenderla e trasformarla in sua nemica fu un rischio e un pericolo non trascurabile. L'ora e il luogo, inoltre, favorivano la tentazione e a tutto questo bisogna aggiungere la frequenza costante e l'insistenza degli assalti. La grazia onnipotente di Dio permise a Giuseppe di superare anche questo assalto del nemico. Gli spronava rendere sia a Dio che al suo padrone ciò che a loro apparteneva. L'onore, la giustizia e la gratitudine ci obbligano a non fare alcun torto a quelli che pongono la loro fiducia in noi e ad evitare quanto perfino segretamente possiamo fare loro di male. Egli non avrebbe mai offeso il suo Dio. Tre cose ci fanno riflettere del comportamento di Giuseppe in questa situazione: 1. Egli considerò chi era tentato: una persona che aveva un patto con Dio, che si dichiarava religiosa e che era in comunione con lui. 2. Il tipo di peccato con cui egli fu tentato: gli altri potrebbero considerarlo una faccenda da nulla ma Giuseppe non la pensò così. Chiamiamo sempre il peccato con il suo vero nome e non ridimensioniamolo mai. Consideriamo sempre questo tipo di peccato estremamente malvagio e grandemente peccaminoso. 3. Contro chi egli fu tentato a peccare e cioè contro Dio: il peccato è contro Dio, contro la sua natura e il suo dominio, contro il suo amore e i suoi piani. Chi ama Dio deve per questo odiare ogni tipo di peccato. La grazia di Dio permise a Giuseppe di superare la tentazione fuggendo l'occasione. Egli non si mise a ragionare con la tentazione ma fuggì da essa per salvare l'anima. Se non vogliamo fare ingiustizie, fuggiamo come fa un uccello dall'insidia e come il capriolo dal cacciatore.

Riferimenti incrociati:

Genesi 39:9

Ge 24:2; Ne 6:11; Lu 12:48; 1Co 4:2; Tit 2:10
Ge 20:3,6; Lev 20:10; 2Sa 11:27; Giob 31:9-12,23; Prov 6:29,32; Ger 5:8,9; 1Co 6:9,10; Ga 5:19-21; Eb 13:4; Ap 21:8; 22:15
Ge 42:18; Lev 6:2; Nu 32:23; 2Sa 12:13; Ne 5:15; Sal 51:4; Ger 28:16; 50:7; 1G 3:9

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